Mars Attacks!

Norman Saunders, lo stile popolare della crudeltà

logo-wrapperdi Giorgio Perlini

Il destino degli illustratori di magazine pulp (1) era quello di restare occultati dietro le loro copertine, lavorando duramente ed in fretta, senza gratificazioni e a volte con il dubbio di giungere a fine mese con un compenso adeguato. Però poteva succedere che, per la cifra oraria di 1 dollaro e 25 centesimi, qualcuno si trovasse a dipingere qualcosa che sarebbe diventato imprescindibile nella storia della cultura popolare americana ed avrebbe pure contribuito allo sdoganamento del genere. E’ il caso di Norman Saunders, autore di circa 4000 illustrazioni, che trova la sua collocazione tra le celebrità dell’illustrazione americana in quanto collegato alla serie di figurine shock prodotte nel 1962 ed intitolate Mars Attacks! La Topps, ditta produttrice di cewing-gum, reclamizzava i suoi prodotti con l’introduzione fin dal 1950 di trading cards all’interno del pacchetto. Le carte più popolari erano quelle che ritraevano i campioni del baseball ma ne venivano lanciate anche di non sportive, spesso raffiguranti soggetti grotteschi (2). Ben compresa la psicologia dei consumatori, quasi tutti ragazzini, e considerata l’atmosfera della guerra fredda di quegli anni, tra paura dell’atomica e preparativi della gara per la conquista dello spazio, la Topps decise di creare una serie di carte di tematica fantascientifico-catastrofica, che marcò un’indelebile tappa splatter nella storia dell’illustrazione. Bisogna ricordare però che l’anno precedente, per la celebrazione del centenario della guerra civile americana, la stessa Topps aveva mandato in stampa una serie di cards che, con la scusa della Storia patria, mostrava una parata di situazioni capaci di superare in atrocità le acqueforti di Goya dedicate agli orrori della guerra. Per dirla tutta, anche le suddette figurine traevano ispirazione da una serie precedente, chiamata proprio Horrors of the War, datata addirittura 1938, edita dalla Gum Inc e formata da ben 288 carte, sicuramente patriottiche ma terribili nell’esposizione di brutali nefandezze (3). Come previsto, l’entusiasmo con cui i ragazzi collezionarono le carte della guerra civile venne superato solo da quello con cui cercarono di completare la serie Mars Attacks!

Per l’operazione furono scelti tre disegnatori, Wally Wood, Bob Powell e Norman Saunders. Il primo era un noto autore di fumetti horror e fantascientifici, che aveva lavorato per Tales from the Crypt e Weird Science. Fu lui che disegnò tutti i bozzetti per la nuova serie. Il secondo, già collaboratore di Will Eisner nonché disegnatore di supereroi (Daredevil, Hulk), eseguì le matite definitive. L’ultimo, già collaudato in tandem con il secondo nelle figurine sulla guerra d’Indipendenza, dipinse tutte le tavole finali a tempera ed anche il logotipo della serie. Le istruzioni sui soggetti giungevano dall’art director Woody Gelman, ex sceneggiatore e disegnatore anche lui. Dalla creatività del gruppo uscirono 55 soggetti (4), quasi tutti terrificanti, che messi in sequenza raccontano una storia lineare: nessun saggio in merito lo nota ma era la prima volta che delle figurine si giustificavano non solo come una serie di immagini unificate da un tema comune bensì come una teoria sequenziale il cui soggetto era originale, cioè nasceva per le figurine stesse: i Marziani, esseri dall’aspetto ripugnante, dichiarano guerra alla terra e la invadono armati di mezzi che esibiscono una crudeltà ben rapportata alle loro sembianze. I terrestri, dopo aver subito gravi perdite e superato il trauma, passano al contrattacco e riescono infine a distruggere Marte. Sul retro era riportata una descrizione della scena mostrata ed un particolare della figurina seguente che anticipava parzialmente l’orrore a venire. La scienza marziana si rivela così evolutissima ed anche fantasiosa ma deviata, tutta finalizzata all’invenzione di raggi restringenti, usati sugli uomini e raggi per l’ingigantimento, usati sugli insetti, raggi incendiari e raggi congelanti. La perfidia del nemico spaziale tocca un vertice nella figurina con il brindisi davanti allo schermo con l’esplosione del Campidoglio di Washington. Osservate oggi appaiono abbastanza grottesche da far ridere ma nel 1964 le immagini di Saunders risultarono così efficaci e sembrarono tanto realistiche – e qui sta il punto che mi interessa approfondire – grazie ad uno stile decisamente popolare, che rinunciava ad ogni classicismo, eleganza anatomica, costruzione proporzionale corretta. L’artista aveva dimostrato già negli anni Trenta, quando subiva ancora l’influenza di giganti dell’illustrazione come Norman Rockwell, di essere decisamente bravo; aveva dipinto quadri e copertine di un livello tecnico e stilistico altissimo, poi la qualità era scesa verso forme più estemporanee e più facili da capire. Nelle figurine di Mars Attacks! compaiono personaggi dalle pose piuttosto impacciate e con le teste troppo grandi, le donne bamboleggiano, gli uomini in uniforme sono più simili a soldatini che a veri militari, il rapporto tra soggetti principali e sfondi non è quasi mai corretto. E potremmo proseguire, e notare che la torre Eiffel della figurina n. 41 sembra un modellino da film di fantascienza, che le scene panoramiche hanno un’aria naive, che il sangue delle vittime è tanto denso da sembrare magma. E’ chiaro che non si tratta di errori ma di un atto volutamente deliberato. Era prassi dell’artista scattare delle foto ai modelli prima di eseguire il lavoro, dunque certe ingenuità vennero appositamente ricercate; non fu tanto la velocità esecutiva richiesta, quanto la necessità di un’arte dai caratteri elementari, che andasse incontro al popolo. Insomma soggetti espliciti attraverso uno stile facile. Il tutto era talmente diretto che le cards vennero immediatamente notate dai genitori dei bambini collezionisti ed iniziò così la querelle che portò alla censura di alcune immagini. La Topps, che aveva giocato d’anticipo e per non corrompere l’immagine “sana” della ditta dei campioni sportivi aveva sostituito fin dall’inizio il suo nome con quello di Bubbles Inc., venne comunque esortata a rivedere quelle figurine. Saunders fu costretto a rimaneggiare 13 delle sue illustrazioni: in primis le donne aggredite dai marziani divennero uomini, evitando così l’immaginario di una violenza di tipo sessuale (5); in una di queste immagini (finita recentemente all’asta dalla stessa Casa che nel 2009 ha battuto l’illustrazione originale della figurina n.1 alla cifra di 82.250 dollari) Saunders sostituì la ragazza in camera da letto (figurina 17) con un autoritratto. Poi certe fiamme furono innalzate a coprire i cadaveri accatastati, alcuni scheletri vennero rivestiti non solo di pelle ma anche di abiti, certi schizzi di sangue furono lavati a dovere, anche quelli non umani; nella famigerata ed incriminatissima card 36, già revisionata da Saunders prima della pubblicazione, in cui un alieno spara ad un cane con un fucile tipo lanciafiamme davanti al padroncino disperato, un soldato prese il posto dell’animale, operazione decisamente discutibile ma significativa: colpire l’animale equivaleva ad esibire una violenza sadica senza motivazione alcuna se non quella di ferire la sensibilità dei bambini, rivolgere la stessa violenza verso un soldato passava come un atto di guerra tra “grandi”. E pensare che un’autocensura gli artisti della Topps l’avevano già operata, in quanto 11 immagini già ben definite in bozzetto non erano più state portate a termine.

Di fatto avvenne che il successo della serie fu più lusinghiero delle proteste e così le immagini che Saunders si era dato da fare per correggere non giunsero in tipografia. Piuttosto che rieditare il tutto, operazione che avrebbe comportato anche il cambiamento del retro delle cards, la Topps sospese la pubblicazione delle stesse. La serie restò di 55 pezzi, e non è vera la notizia che esisterebbe nel mercato inglese un’edizione con figurine differenti e più violente. Tutte le figurine anglosassoni che ho avuto la possibilità di vedere risultano identiche a quelle americane. Invece credo sia interessante conoscere che nel 1984 è stata prodotta dall’editore Rosem Enterprises una serie di 13 carte con le scene corrette da Saunders. Essendo state stampate in edizione limitata di 1000 pezzi, risultano decisamente difficili da reperire, creando così la situazione paradossale in cui le carte con l’intervento censorio sono più rare di quelle senza censura. Anche perché la Topps ha rieditato più volte la serie di partenza, migliorandone decisamente l’aspetto tramite una stampa che corregge i vecchi contrasti, i quali rendevano le immagini più confuse, e rispetta le cromie originali di Saunders, elimina i numerosi fuori registro dell’epoca e ritaglia le cards in modo ottimale, mentre prima capitava di trovare figurine rovinate da tagli brutali. Per finire il cartoncino opaco ed incline alle pieghe è stato sostituito dalla carta lucida e più resistente tipica delle produzioni recenti. Il lavoro è decisamente ben fatto e la casa editrice ha aggiunto ogni volta nuove immagini; il mazzo attualmente più ricco è quello del 1994 composto da 100 pezzi (6): notevoli soprattutto quelli che recano sul retro gli 11 bozzetti scartati di Wood come pure quelli con le stesse scene mai realizzate, dipinte per l’occasione dai bravissimi Herbe Trimpe ed Earl Norem, artisti curiosamente molto vicini a Walter Molino e a certe sue copertine catastrofiche per La Domenica del Corriere. Le scene più cruente mostrano vittime terrestri legate alla bocche dei cannoni e dilaniate dai colpi esplosi, una sala operatoria dove l’asportazione di organi vitali viene effettuata su pazienti vivi e svegli ed infine la rivalsa, sulla testa di un alieno, di due terrestri armati di un’ascia ed una pietra. Successivamente sono comparse le due serie espansione Invasion (2013) e Occupation (2015), con illustrazioni di nuovi disegnatori. Gran parte dell’interesse verso queste carte si è sviluppato dopo l’omonimo film di Tim Burton amante della cultura popolare e dei prodotti di serie-B, che non poteva essersi dimenticato l’immaginario di quelle carte (al tempo della pubblicazione aveva sei anni), ed ha calcato la mano sulle scene più splatter-trash, come quella della mandria impazzita di mucche in fiamme. In seguito La Topps si è data da fare per tornare ai vecchi fasti con figurine moderne e sono nate così Dinosaurs Attack, non edita nel nostro paese e Grabage kids, nota in Italia come Gli Sgorbions. Trattasi di operazioni divertenti e anche realizzate con cura ma i tempi sono cambiati e l’impatto dirompente delle origini non poteva più essere più raggiunto. Per la curiosità degli appassionati si segnala un misconosciuto album di figurine argentino dalla tematica simile, Platos Voladores al Ataque!!, del 2002; non è una serie capolavoro ma sicuramente è degna di nota in quanto opera, ideata già nel 1971 ma all’epoca senza il supporto dell’album, di Hector German Oesterheld e del grandissimo Alberto Breccia.

(1) per ulteriori informazioni fenomeno pulp si rimanda all’articolo su Virgil Finlay nella sezione Pergamene del sito.

(2) vedi l’ articolo dedicato a Jack Davis nella sezione Ritagli.

(3) si ricorda che nello stesso anno si piazza anche il celebre radiodramma di tematica catastrofista The War of the Worlds di Orson Wells.

(4) in verità molte sono le ispirazioni derivate dal cinema di fantascienza degli anni Cinquanta. Non solo gli Alieni con l’enorme cervello esposto, probabilmente derivati da un film del 1953 di Cameron Menzies, intitolato guarda caso Gli invasori spaziali, ma anche la scena con la mantide titanica che resta intrappolata sui tralicci dell’alta tensione (The Deadly Mantis, 1957), quelle con i ragni carnivori (Tarantula, 1955) e tutte quelle con le donne urlanti al cospetto dell’orrore spaziale, per le quali le fonti sarebbero infinite.

(5) sul retro delle carte viene in certi casi raccontato che le donne catturate riescono a scappare, delineando i marziani come incapaci seppur decisamente tecnologici, e correggendo così ogni malizioso fraintendimento.

(6) anche le immagini a corredo di questo articolo sono tratte dalla ristampa del 1994.

Mars Attacks!, Norman Saunders, serie di 55 cards edite dalla Topps, 1962, cm.9 x cm 6,5, stampate a colori sul fronte ed in bianco e nero sul retro.




Commenti

  1. 01. Diego Bosco

    Sono queste figurine il mio regalo di natale di cui mi parlavi?! XD

  2. 02. Giorgio Perlini

    Caro Diego, le figurine di cui ti parlavo – e che ti porterò in occasione della lezione all’Università – non sono queste, bensì una misconosciuta serie italiana disegnata da Guido Buzzelli. A presto! Giorgio

  3. 03. Diego Bosco

    Ti segnalo un piccolo (ma grave!!! heheh!) errore nell’articolo: “Grabage kids” al posto di “Garbage Pail Kids”.. 😉
    Comunque figurine molto belle! E anche la tua conferenza! 😀
    Cercherò di metterti qualche doppione da parte così da contraccambiare al tuo regalo di Natale la prossima volta che ci vediamo. A presto!

  4. 04. Giorgio Perlini

    Grazie Diego, per la precisazione e per i complimenti. E a presto!


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